L’osservatorio provinciale dei sindacati Cgil, Cisl e Uil ha denunciato nella provincia di Cagliari l’aumento dell’impoverimento. Il direttore della Caritas, Marco Lai, conferma l’andamento e denuncia che sono raddoppiate negli ultimi cinque anni le pr
CAGLIARI: "La disperazione sta crescendo: negli ultimicinque anni sono raddoppiate le richieste di accesso al credito per le persone con rischio usura". Don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana di Cagliari, ha commentato così i dati che arrivano dai maggiori osservatori economici sullo stato della crisi in Sardegna. L'ultimo, il bilancio redattodalle segreterie provinciali dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, ha mostrato chel'impoverimento sta colpendo ormai tutti i territori dell'Isola, compresa l'area del capoluogo che, storicamente, aveva sempre avuto gli indicatori migliori. Insomma: anche la provincia più ricca della regione ormai deve fare i conti con un tasso di povertà di lagante, tanto che solo nell'ultimo anno si sono persi ben 15 mila posti di lavoro. "La città si sta sempre più impoverendo" ha chiarito don Marco che con la struttura che coordina e gestisce anche le mense per i poveri e gli alloggi per chi si trova senza un letto. "Noi lo vediamo dal numero di pasti che sta salendo vorticosamente e dalle tante persone che ci chiedono aiuto al centro antiusura. Cagliari non è al riparo, anzi, i dati dimostrano che la povertà, soprattutto quella estrema, sta diventando un fenomeno vasto. Siamo passati da 300 a 500 pasti giornalieri: solo nell'ultimo anno ne abbiamo distribuito 40 mila in più". Chi si rivolge ai centri diocesani contro è oramai in condizioni disperate, schiacciato spesso da debiti.
"Abbiamo avuto 400 persone che si sono rivolte quest'anno al nostro sportello antiusura" ha chiarito il sacerdote, "un numero enorme per una città come Cagliari: abbiamo potuto evadere 52 pratiche e derogare 740 mila euro. Ma è il doppio rispetto a quanto veniva erogato cinque anni fa". Nessuno è oramai al riparo: se prima nella disperazione ci finivano quelli che restavano senza un lavoro, ora anche alcune fasce dilavoratori dipendenti rasentano la povertà. "Basta un imprevisto" ha precisato don Marco Lai, "I nuclei più esposti sono quelli che non hanno accesso al credito. Tanti pensionati con la minima, o giovani con lavori sottopagati o part-time: persone a cui le banche non offrono prestiti. A quel punto, basta un imprevisto per crollare: una malattia, una multa, oppure un semplice conguaglio delle bollette". E tra quelli che finiscono sul lastrico, il direttore della Caritas diocesana cita i mariti che escono da una separazione, spesso devastante per le casse familiari. "Da qualche anno" ha concluso, "stiamo approntando anche alloggi per questi uomini che, pur con un lavoro, non riescono più a far fronte a mutui, sommati al mantenimento per i figli e per la moglie imposti dal giudice dopo aver assegnato alla madre anche la casa. Ne ho visto vari dormire anche in auto. Spesso, in caso di separazione, sono i mariti la parte più debole assieme ai figli". (fp)