Negato il potere di intervenire in materia: il decreto dei due ministri aveva raddoppiato (da 500 a 1.000 mg.) la quantità di principio attivo detenibile senza incorrere in sanzioni penali. La Turco: “Ricorrerò al Consiglio di Stato.
Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto del 13 novembre scorso con cui i ministri Turco e Mastella (Salute e Giustizia) avevano innalzato da 500 a 1.000 milligrammi la quantità massima di principio attivo della cannabis detenibile per uso personale, quantità oltre la quale - in base alla legge Fini-Giovanardi – si incorre in sanzioni penali gravi per spaccio di stupefacenti. Il tribunale non solo ha negato la potestà di stabilire per decreto tali limiti e di esercitare una "discrezionalità tecnica” in tal senso, ma ha anche contestato come tale scelta non sia stata “supportata da alcuna istruttoria tecnica che giustifichi il raddoppio del parametro moltiplicatore”.
Era stata Livia Turco a novembre a motivare il raddoppio, portando in Parlamento i dati del ministero dell'Interno sulle persone segnalate all"autorità giudiziaria nel periodo 1 gennaio-31 ottobre 2005 raffrontati con lo stesso periodo del 2006. Dati da cui emergeva un’impennata degli arresti piuttosto preoccupante, tale da giustificare la necessità di aumentare la soglia della quantità di principio attivo dei derivati della cannabis per evitare che entrassero nel circuito penale molti semplici consumatori, in gran parte giovani. (v. lancio successivo per una diversa lettura di questi dati fatta da Redattore Sociale).
“Rispetto sempre le sentenze. Ma contro questa farò appello al Consiglio di Stato perché ne ritengo infondate le motivazioni”, ha dichiarato la Turco in un comunicato. “Al contrario di quanto sostiene il Tar del Lazio – sostiene il ministro – la legge Fini-Giovanardi, nell’ambito della quale ho emanato a novembre il decreto di revisione della quantità massima detenibile di cannabis oltre la quale sono previste sanzioni penali, non offre al Ministro della Salute alcun criterio tecnico per determinare tale quantità. La stessa Commissione scientifica, insediata dall’allora Ministro Storace per determinare i quantitativi di sostanze stupefacenti ai fini della prescrizione delle sanzioni, concluse i suoi lavori segnalando l’impossibilità di una valutazione tecnica che fosse sostituiva della decisione politica. E ciò proprio in riferimento alla determinazione delle quantità massime detenibili senza incorrere in sanzioni penali. La decisione spetta al Ministro, sostennero allora i tecnici nominati da Storace”.
“Da ciò si deduce – continua la nota - che, qualora anche il Consiglio di Stato dovesse confermare gli orientamenti del Tar, si potrebbe ritenere annullabile anche il vecchio decreto “Berlusconi-Storace”, rendendo di fatto inapplicabile la stessa legge Fini-Giovanardi alla quale mi sono strettamente attenuta nella formulazione del nuovo decreto”. “Penso comunque – conclude la Turco – che, al di là di questi aspetti giurisprudenziali, c’è la forte necessità di una profonda revisione di quella legge. Serve una nuova normativa per le tossicodipendenze che riaffronti globalmente metodi e scopi della lotta alla droga, facendo prevalere nei confronti dei tossicodipendenti gli aspetti della prevenzione, della cura e della riabilitazione rispetto a quelli repressivi. Su questa linea darò il mio contributo al ddl in via di definizione da parte del Governo, e annuncio sin d’ora il mio impegno a potenziare servizi e strutture per la prevenzione e l’educazione sanitaria contro tutte le droghe, con particolare attenzione ai giovani”.
Redattore Sociale