Bologna, i nuovi poveri usufruiranno della guida “Dove andare per…”


Pubblicato il 31.08.2012 in News Sociale

 


Imprenditori falliti, pensionati che non arrivano a fine mese, lavoratori licenziati: anche per loro è uscita a Bologna la guida “Dove andare per…” edita da Avvocato di Strada. La guida è prodotta in 5 mila copie

 

 

Non solo persone per cui la povertà si è innestata su problemi di tossicodipendenza, alcolismo o di natura psichica. Tra gli homeless di Bologna si fa sempre più cospicuo il numero di “imprenditori falliti, piccoli artigiani, lavoratori licenziati, padri separati, pensionati al minimo che non possono più permettersi di pagare l’affitto. Persone per cui il solo fatto di essere diventati poveri ha provocato la perdita della casa, e che non si sarebbero mai aspettate di finire per strada”. Parola di Antonio Mumolo, presidente dell’associazione bolognese Avvocato di Strada. Oggi, l’associazione ha presentato “Dove andare per…”, una guida pratica all’assistenza in città per i senza fissa dimora. 

Giunta alla settima edizione, e realizzata in collaborazione con Comune e Provincia di Bologna, la guida è prodotta in cinquemila copie, che saranno distribuite in stazione, nei centri diurni, nei dormitori, nelle mense, nelle sedi dei servizi sociali e nei luoghi frequentati dalle persone senza fissa dimora. All’interno, le indicazioni su dove andare per dormire, lavarsi, mangiare, vestirsi, lavorare, curarsi, avere assistenza legale e sociale, con gli indirizzi, giorni e orari di apertura, telefono ed email, bus per arrivare a destinazione.  

Il libretto è uno strumento utile per gli homeless, ma non solo: “Sempre più associazioni di grandi dimensioni, come Auser e Spi Cgil, ci chiedono la guida, perché ci sono anche pensionati che, pur avendo la casa, faticano ad arrivare a fine mese”, dice Mumolo. “Bisogna sfatare un mito che si sente ripetere da anni a diversi livelli – dice l’assessore comunale alle Politiche sociali Amelia Frascaroli – quello per cui, facilitando l’accesso ai servizi, si provoca un aumento della domanda. In realtà la domanda di servizi c’è ed è in aumento, viene da fragilità che erano già presenti e da nuove fragilità che non ci immaginavamo. Oggi bisogna saper rispondere a una domanda molto diversificata, e lo facciamo senza aumentare i costi ma mettendo in rete i punti di assistenza”.

I “nuovi poteri”, che hanno perso la casa esclusivamente per problemi economici, però fanno fatica a chiedere assistenza. “Spesso – dice Mumolo – a causa di un pregiudizio secondo cui la povertà non è qualcosa che può capitare a chiunque, ma quasi una colpa, spesso si vergognano del proprio stato e rifiutano l’aiuto”. Ciononostante, il numero di pratiche aperte dalla sede bolognese dell’associazione è in crescita: nel 2011 sono state 256, nel 2012 i soli primi sei mesi ne hanno fatte contare 149, con una forte crescita dei casi di asilo politico e protezione internazionale, di indebitamento da cartelle esattoriali, di sfratti e problematiche conseguenti. Crescono, in parallelo, la percentuale delle pratiche di diritto amministrativo (dal 41% del 2011 al 48% dei primi sei mesi del 2012) e i clienti extracomunitari, passate dal 57% al 61%. Tra gli assistiti, resta alta la percentuale degli uomini (passati dal 68% al 62%). Tra i nuovi assistiti, gli italiani diventano più vecchi, gli stranieri più giovani. L’associazione conta 29 sportelli aperti in altrettante città d’Italia di cui 7 in Emilia-Romagna: l’ultima inaugurazione si è svolta a Ravenna un mese e mezzo fa. I volontari (avvocati e non), che solitamente si appoggiano alle sedi di altre associazioni, stanno lavorando per aprire degli sportelli anche a Monza, Caserta, Genova e La Spezia. (ef) 


Fonte: Redattore Sociale