Bindi: ''Non è necessario cambiare la legge 328''


Pubblicato il 21.06.2007 in News Sociale

Sulla crisi di fiducia nella politica: ''Attenti a scivolare nel qualunquismo''. Per Alemanno il non profit rischia di cadere invischiato nella burocrazia e di essere ''strumentalizzato'' dalla politica.
 
Il ministro delle Politiche della Famiglia, Rosy Bindi, che oggi ha partecipato al convegno "Per non essere utili idioti”, ha detto che ci si dovrebbe scrollare di dosso un po' del pessimismo che oggi circola sempre più frequentemente. Ha detto che la politica, ma anche ogni cittadino, ha il dovere di reagire. Il primo ingrediente che serve è la fiducia. Bisogna stare anche molto attenti a scivolare nel qualunquismo perché è vero che la politica ha le sue responsabilità, ma è vero anche che spetta a tutti noi ritrovare un senso comunitario che si sta perdendo. Non è facile battere Berlusconi, ha spiegato il ministro, ma è ancora più difficile battere il berlusconismo. Per questo si deve ripartire dalla cose concrete e da una rivalutazione del welfare che sia anche diverso rispetto al passato. Una volta un nonno – ha detto scherzando Rosy Bindi – aveva cinque nipoti. Ora siamo in una situazione in cui un nipote ha cinque nonni.

Secondo il ministro della Famiglia, è necessario quindi ripensare le politiche. Ma non è necessario cambiare la legge 328 che non è stata applicata come avrebbe dovuto. Servono caso mai più fondi a partire dal problema sempre più evidente della cura alle persone non autosufficienti. Una cosa è una famiglia con una badante, ha detto, altra cosa, è una famiglia che non ha nessuno. L'altro punto decisivo, su cui sembra che il ministro Bindi concordi con il ministro Ferrero (vedi lancio precedente) riguarda la centralità e l’urgenza della definizione dei livelli essenziali. Ma tutto ciò non basta, se si vuole davvero re-inventare un welfare all’altezza delle trasformazioni avvenute. Per un’operazione così ambiziosa bisogna quindi tentare di coinvolgere tante forze anche a livello traversale, ovvero che attraversino i classici schieramenti politici.

In risposta al ministro Bindi è intervenuto il parlamentare di An, Gianni Alemanno, che ha apprezzato le proposte del ministro a proposito di una rivisitazione comune del welfare. Un dialogo comune, su queste cose, ha detto Alemanno, è possibile, come dimostra l’iniziativa della Notte della solidarietà che vedrà insieme a Roma (il 29 giugno prossimo) lo stesso Alemanno e il sindaco Walter Veltroni. Alemanno ha detto che si sta lavorando in un “intergruppo” parlamentare alla stesura di un testo unico sul non profit. Si deve ripartire da lì per ridefinire ruoli che oggi sono confusi e che vedono riprodursi situazioni ambigue dove il volontariato spesso si trasformare in lavoro mal pagato (concetto che è stato espresso nel convegno anche dal ministro Ferrero). Il non profit, per Alemanno, rischia di cadere invischiato nella burocrazia e di essere “strumentalizzato” dalla politica. Per questo molte associazioni scelgono sempre più spesso di stare a debita distanza dalla politica e dalle stanze del potere.
 

 

Redattore Sociale


Autore: pan