Bari, senza tetto né cibo nuovi poveri in fila


Pubblicato il 26.03.2013 in Rete Onds

L’azienda che licenzia o che mette gli operai in cassa integrazione. Le rate del mutuo che si accumulano sotto il fermacarte. I solleciti continui del padrone di casa che pretende il pagamento dell’affitto. È un attimo. Da un giorno all’altro la famiglia che con fatica ha protetto i propri affetti fra le quattro mura si trova improvvisamente per strada

 

A Bari il 13% della popolazione vive in stato di povertà relativa o assoluta. Una minima parte è rappresentata dagli stranieri. Gli altri, tutti gli altri, sono i nuovi poveri. Hanno fame di lavoro, ma soprattutto di un rifugio stabile che assomigli il più possibile al focolare che si è disgregato insieme allo stipendio. 

La sofferenza abitativa è la nuova emergenza. E non è stata mai così grave come in questo periodo. Il problema è che siamo soltanto all’inizio. 

Nel capoluogo pugliese i dormitori sono tutti pieni. La Croce Rossa gestisce il campo vicino alle piscine comunali (100 posti più 20 per le emergenze), al centro Andromeda in corso Alcide de Gasperi 320/A ci sono altre 44 brandine, nella comunità Sole- Luna in via Napoli 224/H i letti sono 10 ma a disposizione di chi è segnalato dai servizi sociali, alla Chill House in via Barisano da Trani ci sono 12 materassi per le emergenze. Il banco dell’abbigliamento solidale, che fa capo a Equanima, è in viale Imperatore Traiano 42. Il pranzo e la cena sono assicurati tutti i giorni dal Caps, che opera in convenzione con il Comune, nel centro diurno Area 51 di corso Italia. In stazione, tutte le sere, ci sono i volontari di Incontra. 

La buona notizia è che in un tempo relativamente breve l’accoglienza per i senza fissa dimora sarà potenziata.

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Autore: Antonella Fanizzi