Avvocato di strada: “Un terzo degli homeless è donna”


Pubblicato il 04.03.2011 in News Sociale

Sono 365 le donne senza dimora assistite nel 2010 dall’associazione, che per l’8 marzo lancia una raccolta fondi e un’equipe di volontari al femminile. Il presidente Mumolo: “Sono meno visibili degli uomini, si nascondono per non perdere i figli"

 

Le donne in strada? “Sono molte di più di quanto si pensi, ma sono meno visibili degli uomini”. Per l’associazione Avvocato di strada, che offre assistenza legale gratuita ai senza dimora, “fra gli homeless le donne sono circa il 30% - spiega il presidente Antonio Mumolo –, ma la loro presenza si nota di meno, un po’ perché tentano di mantenere un aspetto ‘normale’ e un po’ perché si nascondono, spesso per timore di vedersi sottrarre i figli”. Per portare un po’ di attenzione su questo fenomeno, l’8 marzo l’associazione lancia l’iniziativa “Una mimosa per Avvocato di strada”, una raccolta fondi che si terrà a Bologna in piazza Rossini.
 
Fra i 365 casi al femminile gestiti dall’associazione nel 2010, due riguardano decreti di adottabilità emanati da giudici nei confronti di madri senza dimora. “Alla fine – continua Mumolo –, contattando le famiglie, siamo riusciti a ottenere il ritiro dei decreti e a far affidare i figli ad altri familiari”. Inevitabile che torni alla mente il caso di Devid Berghi, il neonato morto a Bologna all’inizio del 2011: i genitori, in situazione di forte disagio, non avevano chiesto aiuto ai servizi sociali proprio per la paura di perdere i figli.
 
Nella sola Bologna, del resto, sono 80 le donne che si sono rivolte all’associazione, su un totale di 250 casi. “In generale le donne homeless evitano di mischiarsi agli altri, anche per motivi di sicurezza. Molte ad esempio dormono in macchina”. Forse per questo per loro c’è meno attenzione e ci sono anche meno posti nei dormitori: quello in via Lenin, tutto al femminile, può ospitare 20 persone, mentre gli altri hanno pochi posti riservati alle donne.
 
“Le cause che portano le donne alla vita di strada – spiega Mumolo – sono di solito la perdita del lavoro o di una persona cara, una malattia, la fine di un matrimonio o episodi violenza domestica”. Secondo i dati del report 2009 dell’associazione, le donne si rivolgono ad Avvocato di strada anche per motivi diversi dagli uomini, “per ottenere il diritto al mantenimento o per la patria potestà”. Un capitolo a parte riguarda le donne vittime di tratta, che l’associazione guida nell’ottenimento del permesso di soggiorno di protezione. Per loro Avvocato di strada ha creato un’equipe tutta al femminile, composta da 10 fra avvocatesse e studentesse di Giurisprudenza.


Autore: ps
Fonte: Redattore Sociale