L'associazione che riunisce gli 'avvocati di strada' lancia un appello ai sindaci per garantire alle persone senza dimora la possibilità di votare. Infatti, nella tornata di domenica e lunedì, "un momento fondamentale per la vita del paese", rischiano "di essere escluse decine di migliaia di persone, colpevoli unicamente di essere povere".
Stando ai dati disponibili, oggi in Italia vivono in strada circa 50.000 persone, italiane e straniere e "uno dei problemi più sentiti da queste persone - sottolinea il bolognese Antonio Mumolo, presidente dell'associazione Avvocato di strada e consigliere comunale del Pd sotto le Due torri - è senza dubbio quello della mancanza della residenza anagrafica, senza la quale si perdono gran parte dei diritti civili. Chi vive in strada, infatti, non può ricevere cure se non di Pronto soccorso, non può ricevere una pensione neanche se ne ha diritto, non può fare domanda per una casa popolare, non può iscriversi alle liste del collocamento e molto spesso non può essere preso in carico nemmeno dai servizi sociali".
La residenza, prosegue Mumolo in una nota, "è un requisito così importante che la legge stabilisce che ogni Comune è obbligato a darla a chiunque viva nel proprio territorio, ma questo, purtroppo, non sempre avviene. Concedendo la residenza i Comuni hanno timore di doversi fare carico di tante persone in difficoltà. Così facendo, tuttavia, ottengono un effetto opposto, perchè, oltre a non rispettare la legge, costringono le persone a rimanere in un limbo dove non possono far valere i propri diritti e dove è difficile intraprendere qualsiasi percorso di reinclusione".
Sempre Mumolo segnala che "un altro dei diritti che si perde se non si ha la residenza è il diritto di voto, attivo e passivo. Chi non risulta in nessuna lista anagrafica, infatti, non viene iscritto nelle liste elettorali", ma la Costituzione all'articolo 48 recita che il diritto di voto "non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge".
Dunque, ammonisce Mumolo, "non è ammissibile che una persona non possa votare perchè semplicemente è povera, ma questo è quello che avviene. A pochi giorni dal voto - conclude - facciamo dunque un appello a tutti i sindaci degli 8.000 Comuni italiani perchè si facciano garanti del diritto alla residenza delle persone che vivono in strada nel loro territorio, consentendogli di votare e rispettando un loro diritto costituzionale".