Avvocati che lavorano gratis: 350 i volontari nelle carceri milanesi


Pubblicato il 09.10.2006 in News Sociale

Dal 16 ottobre, negli istituti penitenziari milanesi di San Vittore, Bollate e Opera attivo uno sportello legale per i detenuti che non possono permettersi di pagare la consulenza.

Dal 16 ottobre, negli istituti penitenziari milanesi di San Vittore, Bollate e Opera sarà attivo lo sportello di consulenza specialistica per chi è in carcere per condanne brevi, non conosce il sistema della giustizia italiana e non si può permettere un avvocato di fiducia. 350 avvocati, che hanno seguito un ciclo di lezioni di formazione e aggiornamento, si alterneranno per due pomeriggi a settimana in attività di consulenza gratuita alle persone indigenti detenute nelle carceri. Gli avvocati volontari hanno deciso di rinunciare ad essere retribuiti per evitare che il sistema di consulenza si potesse trasformare in un accaparramento di clientela. Durante il colloquio, il consulente valuta se ci sono gli estremi per intraprendere azioni di scarcerazione o riduzione della pena e segnala eventuali possibilità all’autorità giudiziaria che procede alla nomina del difensore d’ufficio. Stamattina, al palazzo di Giustizia di Milano, durante la conferenza stampa per la presentazione del progetto, il presidente della Corte d'appello di Milano Giuseppe Grechi si è augurato che questo esperimento “trovi applicazione anche in altre zone d’Italia e che la figura del consulente volontario venga presa in considerazione dal legislatore”.

 

La consulenza gratuita per detenuti indigenti che hanno commesso reati “bagatellari”, cioè non gravi, è un’iniziativa che è stata avviata lo scorso giugno, grazie ad un’idea del magistrato di Sorveglianza di Milano Giovanna di Rosa. “Il consulente- ha detto Di Rosa- è un modello di raccordo tra le istituzioni. Abbiamo già individuato i soggetti indigenti, le persone che hanno bisogno di consulenza perché prive di un avvocato di fiducia, come gli stranieri.” Questo progetto viene attivato in un momento delicato, immediatamente successivo all’applicazione dell’indulto, tramite il quale “alcune problematiche sono già state risolte - come ha spiegato Giuseppe Fiorella, consigliere dell'Ordine degli avvocati di Milano -. Ma ce ne sono di nuove”. Infatti, “le persone che potranno beneficiare ancora dell’indulto sono molte- ha detto il provveditore alle carceri lombarde Luigi Pagano-. Fino ad ora dalle carceri milanesi sono stati scarcerati 3500 detenuti”.

 

Redattore Sociale


Autore: Sp