Anziani e la crisi: solo 500 euro per arrivare a fine mese


Pubblicato il 15.03.2012 in News Sociale

L’ANALISI DI AUSER, EURISPES E ISTAT

E il 26% è sotto la soglia della povertà. Il presidente dell'Auser: «Il potere d’acquisto degli over 65 si è ormai ridotto del 30% negli ultimi anni »

Ecco la fotografia di un Paese in ginocchio che resiste grazie agli “over 65”. Ad osservare gli ultimi studi condotti da Esurispes, Istat e Auser, sulla condizione degli anziani in Italia, incrociando dati e tabelle, quello che ne vien fuori è la fotografia di un Paese in ginocchio che, caso strano, anziché essere il bastone della vecchiaia, alla terza età si aggrappa per resistere. Gli anziani, insieme alle donne sono le categorie di cittadini – denuncia Michele Mangano, presidente Auser – che più di altri stanno soffrendo crisi e manovre economiche con un potere d’acquisto ridotto del 30% negli ultimi anni ».

IL TASSO DI POVERTÀ OLTRE IL 26% - Una crisi che si avverte di più al Sud che non al Nord: la stima dell’incidenza di povertà tra gli anziani, ad esempio, che sono il 13% della popolazione, al Nord cresce di mezzo punto (dal 6,4% al 7% fonte ISTAT) mentre al Sud tocca il picco del 26%. E se i numeri da soli non bastano a raccontare la percezione della crisi tra gli anziani, ecco il Rapporto Italia 2012 dell’Eurispes: ben l’81,5% degli anziani nel 2011 avverte il deterioramento della propria condizione economica.

PENSIONI FERME A 500 EURO - E come dargli torto? Basti pensare che il livello medio delle pensioni in Campania, Calabria, Sicilia e Basilicata non va oltre i 500 euro mensili (fonte INPS), unica eccezione la Puglia che sfora di poco con 628,36 euro di media. Mentre al Nord, poi, si prova a resistere continuando a lavorare anche dopo i 65 anni, al Sud l’inoccupazione costringe tutti ad una “pensione forzata”. Anche qui le cinque regioni del Mezzogiorno non vanno oltre i 2 punti percentuali contro una media nazionale di 4 punti. Un quadro che costringe gli anziani a dover ridurre le già esigue spese per la sopravvivenza.

MANGIANO POCO E MALE - In primis il cibo, come evidenzia una ricerca del CNR di Padova, visto che ciascun anziano ingerisce mediamente 400 calorie in meno del fabbisogno giornaliero aumentando del 25% la possibilità ricovero in ospedale. Se non fosse che proprio sull’assistenza socio-sanitaria grava un ulteriore mannaia. A denunciarlo è l’Auser: «Nel periodo ottobre 2011/gennaio 2012 – fanno sapere dall’organizzazione – in base alla nostra rilevazione si evidenzia una sensibile riduzione dei servizi sociali di ben il 28%. Una variazione che riguarda in principal modo i comuni con più di cinquantamila abitanti con liste di attesa per gli interventi domiciliari di contrasto alla non autosufficienza in crescita in tutte le Regioni, soprattutto in Calabria e Campania».

NON COMPRANO PIÙ NEPPURE I FARMACI - Insomma, colpiti dai provvedimenti del Governo Berlusconi prima e dalle manovre del Governo Monti poi, seppure stentano ad arrivare alla fine del mese, con sacrifici che vanno dalla riduzione dell’alimentazione, agli acquisti di mobili, abbigliamento e medicine, sono pur sempre loro ad aiutare i più giovani. Il dato è di immobiliare.it: a vendere nude proprietà, con una crescita del 13% nel 2011, sono quasi tutti over 60 e non di rado ultraottantenni « Dietro questa scelta – commentano i responsabili – c’è l’esigenza di liquidità, spesso legata alla necessità di aiutare i figli a comprare casa ». Eppure sono loro il futuro: seconda solo alla Germania, l’Italia detiene il record di ultra sessantacinquenni con un indice medio del 20,3%. Ed almeno in questo nessuna differenza tra Nord e Sud: si invecchia dalle Alpi alle Isole allo stesso modo e sempre di più.


Autore: Luca Mattiucci