Focus su Palermo, Bari, Napoli, Roma, Bologna, Milano e Verona. Nessuna struttura si è adeguata al Regolamento di attuazione dell'ord. penitenziario.
Il cd-rom realizzato da Antigone a cinque anni di distanza dall’entrata in vigore del Regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario fa il punto anche sulla situazione nelle principali strutture carcerarie italiane.
Casa circondariale di Palermo Ucciardone. Detenuti presenti al 30 giugno 2005: 693 Capienza regolamentare: 383.
“La struttura risale al 1832 e, sia esternamente che internamente, mostra tutti i suoi anni – afferma Antigone -. Si prevede la ristrutturazione di intere sezioni e l’adeguamento delle celle alle norme più recenti. Le finestre delle camere di detenzione non consentono il sufficiente passaggio di aria e luce naturale. All’interno delle celle, che versano complessivamente in condizioni precarie, non ci sono gli interruttori della luce. I servizi igienici, ovviamente privi di doccia ma dotati di acqua calda, non sono situati in vani separati rispetto a quelli dove si trovano i letti. Non è prevista un’illuminazione di intensità attenuata durante i controlli notturni. I bagni e le docce denotano condizioni igieniche carenti e problemi idrici. Sono presenti spazi all’aperto per i colloqui. Non ci sono mediatori culturali”. Insomma, il carcere di Palermo Ucciardone non si è adeguato alle disposizioni del Regolamento.
Casa circondariale di Bari. Detenuti presenti al 30 giugno 2005: 591 Capienza regolamentare: 311 “Tutte le sezioni dell’istituto sono sovraffollate. Le finestre delle celle consentono luminosità e aerazione a sufficienza. Non ci sono interruttori della luce all’interno delle camere di detenzione. I servizi igienici delle celle, naturalmente privi di doccia, sono collocati nei medesimi vani in cui si trovano i letti. Qualche cella ha il bidet. Le docce, esterne alle celle, non funzionano bene e sono in pessime condizioni (su otto postazioni, solo quattro sono utilizzabili). La conta notturna dei detenuti, con apertura delle celle e accensione improvvisa della luce verso le tre di notte, viene effettuata a discrezione della polizia penitenziaria. Il funzionamento della cucina non è buono. La maggior parte dei detenuti consuma infatti cibo acquistato e preparato in cella, nonostante i prodotti che si trovano allo spaccio siano limitati e di scarsa qualità. Non ci sono spazi verdi destinati ai colloqui. Non c’è un servizio di mediazione culturale. In sintesi, il carcere di Bari non si è adeguato al Regolamento né per quanto concerne i servizi igienici né per quanto concerne le cucine”.
Casa circondariale di Napoli Poggioreale. Detenuti presenti al 30 giugno 2005: 2135 Capienza regolamentare: 1359. “L’anno di costruzione dell’istituto è il 1908. Le condizioni generali dell’edificio, sia esterne che interne, sono insoddisfacenti e determinano una scarsa vivibilità – si afferma -. Nell’istituto mancano adeguati spazi per la socialità. Nelle celle convivono fino a 18 persone, con a disposizione un unico bagno e un unico tavolo. Le finestre delle celle non hanno schermature. Gli interruttori della luce sono sia interni che esterni alle camere di detenzione. Non risulta che i controlli notturni vengano effettuati con una luce attenuata. I servizi igienici sono collocati in un vano annesso alla camera, ma le docce sono solo all’esterno. C’è un’unica cucina che serve l’intero istituto. Non c’è un’area verde. Nell’istituto non operano mediatori culturali. In breve, il carcere di Napoli Poggioreale, per quanto riguarda i servizi igienici e le cucine, non si è adeguato al Regolamento”.
Casa circondariale Roma Rebibbia Nuovo Complesso. Detenuti presenti al 30 giugno 2005: 1603 Capienza regolamentare: 1188. “L’istituto – afferma Antigone - è stato consegnato nel 1972. L’edificio necessiterebbe di alcuni interventi di manutenzione, in particolare per quanto concerne l’impianto idraulico e quello elettrico. Le finestre delle celle non hanno schermature. Le celle sono dotate di interruttori interni per la luce. L’illuminazione per i controlli notturni è più attenuata. I bagni delle celle non sempre sono situati in un vano separato, e non sono forniti di doccia né di acqua calda. La cucina unica e molto grande prepara i pasti per tutti i 1.600 detenuti. C’è l’area verde per i colloqui. Nell’istituto non operano mediatori culturali. In sintesi, per quanto riguarda le docce e le cucine nel carcere di Rebibbia Nuovo Complesso il Regolamento non è attuato”.
Casa circondariale di Bologna. Detenuti presenti al 30 giugno 2005: 1.025 Capienza regolamentare: 481. “L’edificio è del 1984. Lo stato della facciata esterna è discreto. All’interno però le celle, nate per essere singole, ospitano anche tre o quattro detenuti per volta, determinando un degrado della struttura. Le finestre delle camere di detenzione non hanno schermature. Gli interruttori della luce sono sia interni che esterni alle celle. I controlli notturni avvengono con un’illuminazione di intensità attenuata. I servizi igienici interni alle celle non sono collocati in un vano separato e non sono dotati di acqua calda né di doccia. Le docce servono l’intera sezione. Nell’istituto ci sono due cucine. Sono presenti due mediatori culturali, di lingua araba e albanese. E’ presente un gazebo per i colloqui all’aperto. In sintesi, l’istituto di Bologna non si è adeguato alle disposizioni del Regolamento per quanto riguarda i servizi igienici e le cucine”.
Casa di Reclusione di Milano Opera. Detenuti presenti al 30 giugno 2005: 1.390 Capienza regolamentare: 884. “Le finestre delle celle presentano ancora delle schermature, ma sono in corso lavori di ristrutturazione volti a eliminarle. Gli interruttori della luce sono solo esterni alle celle. I controlli notturni non vengono effettuati con una luce attenuata. I servizi igienici sono collocati in un vano annesso alla camera, e solamente in un’unica sezione sono dotati di doccia. Nella sezione femminile, i servizi igienici sono forniti di bidet. Nell’istituto ci sono tre cucine: una per la sezione femminile, una per il centro clinico e una che serve tutti gli altri detenuti. Ci sono spazi all’aperto per i colloqui. Non sono presenti mediatori culturali. Il carcere di Opera risulta parzialmente adeguato al Regolamento per quanto riguarda i servizi igienici ma non per le cucine”.
Casa circondariale Verona Montorio. Detenuti presenti al 30 giugno 2005: 784 Capienza regolamentare: 564. “L’istituto, costruito negli anni ’80 e inaugurato nel 1995, è una delle cosiddette ‘carceri d’oro’. Costantemente sovraffollato, vede vivere fino a tre detenuti in celle pensate originariamente come singole. Le finestre delle camere di detenzione consentono il passaggio di sufficiente luce naturale. Gli interruttori della luce sono collocati soltanto all’esterno delle celle. I controlli notturni vengono effettuati con una luce di intensità attenuata. I servizi igienici si trovano in un vano annesso alla camera, ma non sono dotati di acqua calda, di doccia né di bidet (neanche per le donne). Nella sezione maschile, una sola cucina funziona per circa 700 detenuti, mentre nella sezione femminile una cucina serve circa 70 detenute. L’area verde per i colloqui, pur essendoci, è in corso di sistemazione e non è stata ancora inaugurata. C’è un servizio di mediazione linguistico-culturale sia nella sezione maschile che in quella femminile. In particolare, nell’istituto operano tre mediatori di lingua rumena, araba e albanese. In sintesi, la casa circondariale di Verona Montorio non si è adeguata alle disposizioni del Regolamento per quanto riguarda le docce, l’acqua calda, il bidet nella sezione femminile e le cucine”.