Concluso il progetto “C’è in gioco la povertà” di Fiopsd e Avvocati di strada: il 2010 è servito a mettere in collegamento le numerose realtà che si occupano di esclusione sociale. Pezzana: “Passi avanti”
Il numero delle persone senza dimora non è diminuito, così come non sono migliorate le condizioni di chi in Europa vive in povertà. Tuttavia il 2010, proclamato anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale, ha avuto il merito di mettere in collegamento le tante realtà, anche piccole, che si occupano di esclusione sociale, facilitandone la collaborazione e avviando percorsi di informazione e sensibilizzazione. Un risultato sottolineato in occasione della conclusione del progetto “C’è in gioco la povertà”, realizzato dall’associazione Avvocati di strada e Fio.psd, la federazione italiana organismi per le persone senza dimora. “Lo sapevamo anche prima che l’anno europeo non avrebbe cancellato la povertà – ha affermato Paolo Pezzana, presidente Fio.psd - ma ci sono stati anche importanti passi avanti. Fra questi, la proposta di introdurre un reddito minimo per le persone in stato di povertà assoluta, tra cui i senza dimora, attraverso la riforma della social card, in modo che possa arrivare anche alle persone davvero molto povere. Inoltre un altro piccolo ma importante segno di apertura verso le politiche sociali è arrivato dal comune di Milano, dove è stata approvata lo scorso 23 marzo una delibera con cui si prevede uno stanziamento di risorse per percorsi di seconda accoglienza per senza dimora. Si tratta di 250-300mila euro, con cui finalmente si torna a investire sui percorsi di accompagnamento al rientro in società”.
Tra le iniziative promosse nell’ambito del progetto - ricordano i relatori - incontri e giornate pubbliche di formazione sui temi dei diritti, sia rivolti a tutta la cittadinanza, sia agli operatori che a vario titolo si occupano di marginalità sociale. In particolare buona parte del lavoro è stato concentrato sul tema dell’attribuzione di una residenza alle persone senza dimora, “requisito fondamentale per accedere a qualsiasi tipo di servizio sociale”, ha sottolineato Andrea Piquè, del direttivo dell’associazione Avvocato di strada. “Ricordare che anche i senza dimora sono titolari di diritti è fondamentale per il rientro in società delle persone in condizioni di disagio – ha continuato Piqué – e per questo sono stati organizzati in molte città italiane eventi di vario tipo: convegni, incontri e discussioni, ma anche momenti di intrattenimento culturale con concerti e mostre”. Anche Piqué ha posto l’accento sulla necessità di fare rete e coordinare tutti gli interventi a contrasto della marginalità, “perché nessuno può risolvere da solo questi problemi, solo la collaborazione tra i vari enti e le associazioni si possono ottenere risultati concreti”. Inoltre il progetto ha promosso iniziative sul tema dell’inserimento lavorativo delle persone senza dimora, “il giusto modo per passate - ha sottolineato Mario Conclave, presidente dell’associazione Amici di Flavio Cocanari - da politiche di tipo assistenzialista a politiche ‘produttive’: perciò è fondamentale un’azione di sistema tra i livelli nazionale, regionale e locale”.