"In una situazione che vede poco meno della totalità della spesa sociale, pari a circa 7 miliardi di auro, sostenuta dai Comuni, i fenomeni legati alle grandi povertà incidono per circa 8% del totale". Questo il dato riferito dal segretario generale Anci Veronica Nicotra nel corso della audizione, in Commissione al Senato, sul ddl perla assistenza sanitaria alle persone senza fissa dimora
"Il riconoscimento del diritto alle prestazioni sanitarie e l'accesso al sistema sociale comunale per questa fascia di soggetti - ha aggiunto - è un obiettivo che i Comuni condividono, tanto è vero che in molti grandi Comuni ove è concentrata la presenza delle persone senza fissa dimora si sperimentano soluzioni, quali quella della 'residenza virtuale'. Ben venga quindi una disciplina normativa adeguata che istituzionalizzi una serie di prestazioni e superi il problema dell'iscrizione anagrafica. Tale riconoscimento normativo - ha spiegato Nicotra - è importante perchè garantisce un controllo sanitario, ovvero la possibilità di inserire questi soggetti in percorsi di reinserimento alla vita sociale e lavorativa".
Nel ricordare che i dati rilevati parlano di un totale di circa 50 mila persone senza fissa dimora, Nicotra ha segnalato che "a nostro avviso ci si trova di fronte ad una evidente sottostima in quanto considera solo le presenze degli 'istituzionalizzati', ossia di coloro che hanno chiesto almeno un accesso ad una prestazione. Questo ci porta a dire che il dato reale è significativamente superiore e certamente - ha concluso - non possiamo accompagnare all'aprezzamento per questa proposta normativa, l'esigenza di accompagnarla con un sostegno finanziario che consenta di assicurarne la sostenibilità da parte del sistema sociale dei Comuni".