Il lavoro degli "Help center", gli sportelli di ascolto e aiuto presenti in 17 scali ferroviari italiani. Un mondo di "invisibili" che è triplicato dal 2011 a oggi. La stazione non solo come luogo di partenza e arrivo, ma anche come spazio per aiutare chi ha bisogno. Le stazioni, specchio della società, come strumento per fornire supporto e assistenza alle persone che vivono un momento di disagio
Sono gli obiettivi degli "Help center", sportelli di ascolto e aiuto presenti in 17 scali italiani che nel 2016 secondo il rapporto dell'Osservatorio sul Disagio e la Solidarietà nelle stazioni italiane, hanno effettuato 500mila interventi di assistenza. Mezzo milione di aiuti in 365 giorni contro i 160mila del 2011: tra questi l'85%, cioè circa 410mila, hanno riguardato servizi di sostegno base come docce, pasti, distribuzione di vestiti, con un forte incremento rispetto al 2015.
L'altro 15%, circa 75 mila interventi, ha riguardato invece servizi di accompagnamento e orientamento. Gli operatori infatti ascoltano e riescono a indirizzare chi ha bisogno verso comunità di accoglienza, associazioni specializzate e comunità terapeutiche. I dati dell'ultimo anno sono stati presentati dall'ad di Ferrovie dello Stato Italiane Renato Mazzoncini con Laura Baldassarre Assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale di Roma Capitale, e Roberto Pella Vice Presidente Vicario Anci. E raccontano le stazioni non come un "non luogo" popolato da passeggeri in transito ma come un microcosmo formato sì dai viaggiatori ma anche da persone in difficoltà che si rivolgono sempre più spesso agli Help center. Nel 2016 è infatti salito del 7% il numero delle persone che si sono registrate presso uno degli sportelli attivi da Firenze Santa Maria Novella a Milano Centrale fino a Catania, Roma Termini, Reggio Calabria e Melfi. È cresciuto anche il dato chi si è rivolto agli Help Center per la prima volta, con un +18% rispetto al 2015 mentre è diminuito del 2,2% il numero degli utenti abituali.
"Gli Help Center sono preziosi non solo per coloro che ne usufruiscono - ha raccontato Renato Mazzoncini - ma per tutta la collettività. Siamo arrivati al mezzo milioni di interventi nel 2016 mentre nel 2011 erano 160 mila, numeri che confermano quanto l'azione di questi centri sia essenziale per le stazioni e per i territori in cui sono inseriti". Nell'ultimo anno sono stati circa 6 mila gli italiani che hanno chiesto aiuto ad un Help Center, 5 mila gli stranieri comunitari e 11 mila gli extracomunitari. Negli sportelli ci sono 46 operatori sociali attivi ogni ora e 850 volontari con le strutture che vengono gestite dai Comuni o da associazioni.
"È un modello di intervento che è stato preso d'esempio anche da altre reti ferroviarie europee - ha spiegato Mazzoncini - come è successo in Francia, in Belgio e in Lussemburgo".