Non è ancora tregua. L'Italia resta stretta dal gelo e anche questa domenica le condizioni meteo sono state devastanti soprattutto per il centro sud. Piogge e temporali, neve anche in Sicilia e sulla Calabria, in Campania, Basilicata e in Molise, con masserie isolate dove scarseggia il cibo per gli animali, due metri di neve anche a Campobasso, e con problemi in diversi comuni sia di mancanza luce che di acqua. Massima emergenza anche nelle Marche, dove ci sono due-tre metri di neve all'interno, 60 centimetri ad Ancona che ormai è semi-paralizzata, e previsioni meteo pessime: fino a martedì ancora neve. E intanto è allarme per il consumo di gas. Le basse temperature hanno fatto toccare un un picco di consumi 385 milioni di metri cubi. Domani, non appena si riattiveranno le industrie, i tecnici hanno già calcolato che si toccherà il primato di tutti i tempi: 440 milioni di metri cubi. La Russia continua già da qualche tempo a mantenere i rubinetti della Gazprom semichiusi: la riduzione è stata oggi tra il 26% delle 16 e il 23% delle ore 19. Così, anche se si sono aperti maggiormente i flussi dal Nordafrica, è scattata l'allerta.
Le temperature sono scese ancora e anche a Milano ha ricominciato a nevicare, così come nella zona più a sud di Roma. La capitale non è tornata alla normalità, adesso il nemico è soprattutto il ghiaccio. I pronto soccorso sono invasi da persone ferite per le scivolate, i medici curano contusioni, distorsioni, rotture ma il sindaco di Roma Gianni Alemanno è fiducioso che "domani la città funzionerà". La neve però non si è sciolta, soprattutto nella parte più a nord della città, e i cittadini continuano a spalare seguendo il suo consiglio, quelli che possono utilizzando direttamente le pale messe a disposizione dal comune. Alemanno continua a dare la colpa della paralisi alla Protezione civile del dopo Bertolaso. "Sono solo passacarte", ha detto della nuova amministrazione Gabrielli, "la Protezione civile deve tornare a stare sotto al ministero dell'Interno, ci vuole una struttura forte che la coordini realmente con le altre. I loro uffici ora si limitano a mandare carte ai Comuni e alle Province, ma poi se ne lavano le mani" (VIDEO 1 - 2).
L'Italia centrale è in ginocchio. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha in corso, dall'avvio dell'emergenza il 3 febbraio, un programma di interventi che ha raggiunto il numero di 5400 (1553 solo ieri) di cui 950 in Emilia Romagna, 1307 nel Lazio, 821 in Abruzzo, 1010 nelle Marche, 421 in Campania, 252 nel Molise. La provincia più colpita del Lazio è quella di Frosinone dove gli interventi sono stati circa 400, parte della città è senza energia elettrica. Il black-out continua da ieri mattina e interessa molti comuni della provincia. Ad Anagni, in alcune zone manca l'acqua, in altre l'energia elettrica. Stessa situazione ad Alatri, Ferentino, Ceprano e Veroli. Grave la situazione nel nord della Ciociaria. Fiuggi è isolata mentre Filettino è rimasta senza luce e acqua. Isolate anche Acquafondata e Trevi nel Lazio. In mattinata l'Enel ha riattivato il 20% delle 75mila utenze rimaste al buio, alle 20 di oggi l'Enel ha riattivato 15.600 utenze facendo scendere a 59.270 il numero degli utenti senza elettricità nel Centro Sud Italia. 51mila sono le forniture senza corrente nel Lazio, in particolare 22.200 in Provincia di Roma e 28.800 nel Frusinate.
Vittime. In due giorni 10 morti per il maltempo sono saliti a diciotto. Dieci solo oggi. Nella pineta di Ostia, in via delle Azzorre, questa mattina la polizia ha trovato il corpo di un uomo, privo di documenti. Aveva l'apparente età di 50-60 anni e secondo il medico legale è morto di freddo. In Abruzzo le vittime di oggi sono due. A Mosciano Sant'Angelo, in provincia di Teramo, Domenico Maiorani, 51 anni, è stato stroncato da un infarto mentre spalava la neve davanti la sua casa. In provincia di Chieti ad Archi, un uomo di 87 anni, Vincenzo Troilo, ha perso la vita mentre toglieva il ghiaccio che ricopriva la strada di fronte la sua abitazione. E' caduto a terra battendo la testa ed è morto subito dopo il ricovero in ospedale.
Un 50enne è morto dopo aver rimosso diversi metri cubi di neve a Frigento, in provincia di Avellino, si è accasciato nella sua auto. È stata la moglie a dare l'allarme ma i soccorsi sono stati inutili. A S. Severino Marche (Macerata) Angelo Verdenelli, 79 anni, è morto dopo aver spalato neve davanti casa. Una donna di 78 anni è stata trovata morta assiderata alla stazione Termini di Roma. Un'altra donna di 66 anni è morta assiderata nella sua casa fatiscente a Palestrina, vicino Roma. Un cingalese di 37 anni, senza fissa dimora, è stato trovato senza vita in un capannone abbandonato a pochi metri dalle mura urbane di Lucca mentre una donna di 91 anni è morta a Trieste dopo essere caduta davanti a casa in zona Valmaura. Ha perso l'equilibrio per una raffica di bora. Un romeno di 19 anni è morto in un incidente stradale avvenuto nella notte a Signa, alle porte di Firenze. L'auto ha sbandato mentre faceva una rotatoria ed è finita nel letto del fiume Bisenzio. Tra le cause dell'incidente, secondo i carabinieri, il gelo.
Previsioni. Il fronte perturbato alimentato da aria fredda, continuerà a imperversare sull'Italia, in particolare nel sud della penisola e nel medio versante adriatico. Sulla base delle previsioni disponibili, il dipartimento della Protezione civile ha emesso un ulteriore avviso di avverse condizioni meteorologiche che prevede già da stanotte temporali sulla Sicilia, specialmente sul settore tirrenico, e sulle regioni meridionali peninsulari. Pioggia forte e ancora neve al centro. Forti raffiche di vento e, dalle prime ore di domani, nevicate in Emilia Romagna, Abruzzo e Molise mentre dalla tarda mattinata, anche su Marche, Campania e Puglia con quantitativi deboli o localmente moderati.
Danni. Sono quasi 100mila le tonnellate di cibo non consegnate negli ultimi giorni per colpa di neve e ghiaccio sulle strade. E sugli scaffali di negozi e supermercati, dall'inizio della settimana, potrebbero mancare soprattutto prodotti freschi come verdura, uova e latte ma anche altri generi alimentari. A lanciare l'allarme è la Coldiretti che fa sapere come "nei campi, a causa della neve, è praticamente impossibile la raccolta dei pochi cavoli, verze, cicorie, carciofi, radicchio e broccoli che si sono salvati dal gelo". Per frutta e verdura, secondo il Codacons, i rincari del cibo hanno già toccato in alcuni casi il 200%. Ma l'allerta arriva da più parti: 100mila tonnellate di cibo non consumato mettono a repentaglio la presenza della merce nei supermercati, soprattutto per il fresco: latte, verdura, frutta. Tra l'altro i negozi aperti sono stati già 'assaltati' facendo esaurire presto le poche scorte.
Scuole. Domani e in alcuni casi anche nei prossimi giorni resteranno chiuse le scuole di Roma, Ascoli Piceno, L'Aquila, Pescara (fino a martedì), Urbino, Bologna, e nel Molise. Ad Avezzano, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado è prorogata fino al 7 febbraio. Chiuse anche le aule nel Comune di Orvieto, a Narni, Terni e Guidonia. Fino a martedì chiuse le scuole di Cesena e Ravenna. Domani quelle del comune di Baronissi (Salerno), di Foggia e nel riminese nei comuni di San Clemente e Gemmano in Valconca, Bellaria, Cattolica, Riccione e Misano Adriatico e le scuole dei comuni dell'Unione del Rubicone - Savignano, San Mauro Pascoli e Gatteo - e quelli della Valmarecchia, con alcuni distinguo. Se a Santarcangelo, Verucchio e Poggio Berni la chiusura è stabilita solo per lunedì, in alta valle, invece, la chiusura è stabilita fino a mercoledì compreso a Torriana, Novafeltria e Pennabilli. Il sindaco di Rionero Sannitico (Isernia), Fernando Carmosino, per protestare contro "l'indifferenza delle istituzioni competenti verso la drammatica situazione in cui versa il paese a 1050 metri sul livello del mare", ha detto che chiuderà le scuole fino al 31 marzo.
In Europa. L'ondata di gelo che ormai paralizza l'intera Europa ha provocato oltre 300 morti, con il bilancio più pesante in Ucraina che con i 30 morti nel weekend ha avuto in tutto 131 vittime, in maggioranza senza tetto. Altissimo anche il numero delle persone ricoverate in ospedale per assideramento, 1800, mentre sono 75mila quelle che hanno cercato riparo nei 3mila rifugi allestiti per distribuire cibo e bevande calde.
Le cause. L'autostrada del gelo che sta lasciando scendere l'aria siberiana verso l'Ucraina, l'Europa centrale e l'Italia è la conseguenza di un processo meteorologico nato nell'Artico e avviato a metà gennaio. Uno dei meccanismi principali, secondo la spiegazione di Massimiliano Pasqui, dell'Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ibimet-Cnr), è stato l'improvviso "sussulto" del vortice polare. Ossia è avvenuto un brusco cambiamento in uno dei più importanti regolatori del clima nell'emisfero Nord, l'area di bassa pressione che si trova sull'Artico chiamata 'vortice polare'. Il riscaldamento della stratosfera avvenuto nel gennaio scorso ha spezzato il vortice, come sempre accade in inverno, favorendo lo "scivolamento" di ondate di aria gelida sulla Russia. Contemporaneamente, però, lo spezzarsi del vortice polare ha bloccato l'anticiclone dell'Atlantico settentrionale davanti alla costa irlandese, impedendo all'aria mite di penetrare sull'Europa. Di conseguenza la massa di aria fredda che si è accumulata sulla Russia viene spinta lungo un binario che la trascina verso l'Ucraina e l'Europa centro-orientale puntando sulle Alpi e i Balcani.