A Napoli gli stati generali sulla povertà della Comunità di Sant’Egidio


Pubblicato il 14.06.2012 in News Sociale

 

L’appuntamento nazionale si sabato e domenica prossimi vedrà riunite oltre 150 organizzazioni provenienti da tutta Italia, ma soprattutto tantissimi testimoni che non fanno notizia ma che tutti i giorni sono accanto a chi vive in condizioni di disagio

 

Si può uscire dalla crisi grazie alla solidarietà e a un modo diverso di stare insieme. È questo il messaggio di speranza che arriva da Napoli, dove sabato 16 e domenica 17 giugno si svolgeranno gli stati generali della Comunità di Sant’Egidio sulla povertà “Amici dei poveri a convegno”. L’appuntamento nazionale vedrà riunite, per il secondo anno nel capoluogo campano, oltre 150 organizzazioni provenienti da tutta Italia, ma soprattutto tantissimi testimoni che non fanno notizia ma che tutti i giorni sono accanto a chi vive in condizioni di disagio. Presentato oggi al Palazzo arcivescovile di Napoli il programma della due giorni promossa con Arcidiocesi di Napoli e Comunità Papa Giovanni XXIII. Un cartellone ricco di interventi e gruppi di lavoro, cui è prevista la partecipazione di oltre 1.500 persone e che si chiuderà domenica mattina al Duomo di Napoli alla presenza del ministro della Cooperazione internazionale e integrazione Andrea Riccardi.

“Come richiama il titolo stesso di questa iniziativa – ha sottolineato il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe – la Chiesa è amica dei poveri. Il messaggio che intendiamo lanciare è proprio che la Chiesa, in nome di Cristo, vuole umanizzare la vita, riscoprire il senso profondo di una povertà che non è solo un dramma ma può costituire una ricchezza. Soprattutto oggi, in una società materialistica e consumistica che non sa guardare fuori. L’altro, inteso come lo straniero, ma anche come il rom, il senza dimora, il detenuto, non è altro da noi, ma una componente della nostra stessa umanità cristiana”. “Napoli – ha continuato Sepe - può rappresentare un esempio di solidarietà  e l’incarnazione del Giubileo, in segno di continuità con l’anno scorso. Ciò non significa territorializzare un problema nazionale, ma dare risposte concreta in base alle esperienze vissute con le tante organizzazioni che quotidianamente si confrontano con vecchie e nuove povertà”.

La scelta di Napoli come città simbolo dell’iniziativa della Comunità di Sant’Egidio anche nelle parole di Mario Marazziti, portavoce nazionale della Comunità di Sant’Egidio, che ha spiegato: “Napoli ha dimostrato di essere capace di vivere e sopravvivere nella crisi”. “Da qui – ha proseguito Marazziti - vogliamo lanciare proposte concrete per non lasciarci andare alla rassegnazione, perché siamo convinti che per uscire dalla crisi sia necessario un cambiamento di stile di vita grazie alla gratuità. C’è una Italia che resiste da anni con la gratuità”. Marazziti ha poi aggiunto: “Dobbiamo imparare a stare con i poveri per ripensare i nostri stili di vita, non avere paura del contagio e trovare insieme delle soluzioni alla crisi economica e sociale. Se ognuno di noi fosse amico di un povero forse non ci sarebbero più poveri”.

Quello che è emerso dalla conferenza stampa di oggi è che la povertà è in aumento e colpisce soprattutto le persone che possiamo definire “comuni”. “Gente che non arriva a fine mese – ha sostenuto Mario Marazziti – Persone che vivono sempre più in condizioni precarie, vuoi per problemi legati alla casa, vuoi perché hanno alle spalle un divorzio, perché hanno un lavoro precario o non ce l’hanno affatto. È una combinazione esplosiva di fattori di precarietà che fa aumentare vertiginosamente il numero dei poveri. Basti pensare che tra le persone che nell’ultimo anno si sono rivolte alla Comunità di Sant’Egidio il 30% era costituito da famiglie italiane”. (mn) 


Fonte: Redattore Sociale