A Genova un avvocato di strada per i senzatetto


Pubblicato il 01.07.2013 in News Sociale


Proseguendo il lavoro di don Andrea Gallo, la comunità di San Benedetto ospiterà il nuovo sportello degli "avvocati di strada" che offriranno, gratuitamente, difesa legale ai senza fissa dimora

 

Anche i clochard avranno un avvocato che li difenderà gratuitamente, nelle controversie legali. L'idea di un "avvocato di strada" era stata caldamente sostenuta da don Andrea Gallo e la sua comunità ha concluso oggi l'ipotesi del suo fondatore.

Aprirà giovedì, presso la comunità di San Benedetto, in via San Benedetto 17, lo sportello legale per le persone senza fissa dimora, il trentacinquesimo sportello di questo tipo in Italia.

"Andrea sarebbe felice di questa iniziativa - spiega Milena Zappon, della comunità di San Benedetto - noi da sempre siamo vicini alle persone senza fissa dimora. Dare ospitalità a questa iniziativa, nella quale i nostri ragazzi sono partecipi per l'accoglienza, è solo la naturale prosecuzione del lavoro di Andrea". 

L'idea dell'avvocato di strada nasce a Bologna 12 anni fa, nell'ambito dell'associazione "Piazza Grande", da allora si è moltiplicata, fino a coprire ben 35 sportelli e ha superato le diecimila pratiche seguite. "Ci occupiamo di diritto amministrativo, di diritto di famiglia e del lavoro, e di diritto penale - spiega l'avvocato Emilio Robotti coordinatore di Avvocato di strada di Genova - e anche di diritto penale, dove più spesso di quanto si possa pensare le persone senza fissa dimora sono le vittime".

A Genova lo sportello sarà aperto tutti i giovedì dalle 18 alle 20 e funzionerà gratuitamente, grazie all'opera di venti avvocati volontari che metteranno a disposizione la loro professionalità gratuitamente per tre ore al mese, contando sull'aiuto anche di altri volontari che potranno svolgere le pratiche di accompagnamento o l'accoglienza. 

E fra i diritti negati il primo ad essere calpestato è spesso quello della residenza: chi non vive in un appartamento finisce per essere cancellato anche dalle liste anagrafiche e senza residenza si perdono tutti i diritti. Non c'è più il diritto all'assistenza sanitaria di base, non si può avere un medico di famiglia, senza residenza non si ha diritto neanche al gratuito patrocinio legale, meno che mai si riesce a stipulare un contratto di lavoro o ad aprire una partita Iva per inventarsi una nuova attività, l'Inps non liquida la pensione neppure in presenza di contributi regolarmente versati. "Senza residenza le persone che finiscono in strada non riescono più ad uscirne - denuncia l'avvocato Antonio Mumolo, presidente di Avvocato di strada onlus - e il primo diritto da riconquistare è proprio la residenza".


Autore: NADIA CAMPINI