Con le nuove regole introdotte dal Governo, anche i datori di lavoro domestico, entro il 30 giugno, dovranno chiedere al proprio collaboratore di esprimersi sulla propria liquidazione, vale a dire il Tfr. Il provvedimento dovrebbe interessare circa 600 mila lavoratori e lavoratrici, prevalentemente donne straniere. Ma non si sa ancora come.
Per colf e badanti, infatti, non esiste ad oggi un fondo di previdenza di categoria e se la colf non esprimerà la propria decisione (vale a dire lasciare il Tfr presso la famiglia fino al momento della chiusura del rapporto di lavoro o destinare la liquidazione ad un fondo integrativo) il Tfr andrà versato dalla famiglia al fondo residuale presso l'Inps.
Il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, ieri ha preso atto del buco legislativo e ha affermato: ““Quello posto dalla Uiltucs (Unione Italiana Lavoratori/Turismo Commercio e Servizi), vale a dire cosa succeda al Tfr inoptato di quelle lavoratrici e lavoratori definiti abitualmente come colf e badanti, è un problema reale. Questo rimanda però a un problema più generale e cioè al fatto che l’Inps costituisca subito il fondo presso cui possa confluire il Tfr inoptato per le categorie di lavoratrici e lavoratori per cui i quali non esistono i fondi pensione”.
Di certo per colf e badanti si discuterà di fondo previdenziale integrativo il prossimo 24 gennaio, nel corso della riunione tra associazioni datoriali e sindacati sul rinnovo del contratto della categoria. Di certo il problema va assolutamente affrontato e , come evidenziato dal segretario generale della Uiltucs, Bruno Boco, servirà una campagna informativa mirata. Il rischio, infatti, è che in moltissimi casi vengano a mancare le informazioni necessarie al lavoratore a prendere una decisione consapevole ma anche alla famiglia che si troverebbe, in assenza di decisione da parte della colf, a versare il Tfr annualmente al fondo residuale presso l'Inps.
Resta da chiarire, inoltre, la possibilità per le colf di chiedere l'anticipo annuale del Tfr. Questa possibilità è prevista dal contratto di lavoro ma andrà armonizzata con le nuove norme legislative sul trattamento di fine rapporto.
Redattore Sociale