"Non sono una persona. Sono io". Ragazzi che stanno "dentro" e coetanei "liberi" si incontrano, si scrivono, si mescolano e poi si leggono. A voce alta. Ma anche gli adulti si cimentano con gli scritti dei giovani: un tentativo per scambiarsi di identita' e per aiutare chi ha perso la propria, o non l'ha mai avuta, a recuperarla. Dove? Il prossimo 3 maggio all'Aula magna Santa Lucia a Bologna (dalle 9.30) con gli studenti e i giovani carcerati del Pratello, con i ragazzi delle Comunita' di accoglienza e quelli dell'Enap e del Cefal che stanno frequentando corsi per l'immissione nel mondo del lavoro. Ma anche le scuole: Aldini Valeriani e Laura Bassi di Bologna, Salvemini di Casalecchio di Reno, Venturi di Modena. In totale, fa un gruppo di piu' di 100 giovani che hanno lavorato insieme, chi dal carcere, chi dai banchi di scuola, e che leggeranno i loro racconti e le loro poesie e poi dialogheranno con gli adulti. Tutti, in un modo o nell'altro, tra felicita', incertezze e disperazione, sono alla ricerca della propria identita'.
Per il mondo dei "grandi" ci saranno: Libero Mancuso, assessore comunale alla Sicurezza, Maria Longo che e' magistrato, Luca Alessandrini (direttore dell'Istituto storico Parri), Cristina Pezzoli (regista). A leggere, oltre i giovani, anche i direttori dei centri di accoglienza e i presidi delle scuole. Il 3 maggio e' infatti la giornata conclusiva di due progetti, "Dialoghi" e "Memorie", che da qualche anno porta il teatro dentro il carcere minorile del Pratello di Bologna con le rappresentazioni (sempre gettonatissime) che vedono i giovani detenuti protagonisti. Come attori, scrittori, sceneggiatori, costumisti. Stavolta pero', niente teatro. Ma reading, letture di brani che i ragazzi talvolta stranieri (il 50%) hanno scritto.
I ragazzi, sono stati aiutati dal regista che mette in scena gli spettacoli realizzati dai giovani detenuti, Paolo Belli. Un ponte, come hanno spiegato oggi in una conferenza stampa al carcere, tra i giovani uomini che stanno fuori e quelli che stanno "dentro". Ogni anno, infatti con il teatro al Pratello, si cerca di esaminare, studiare, sviscerare una parola che riguarda tutti. E' toccato a "ospitalita'", "straniero", "scandalo", "oblio". Stavolta e' "identita'", l'anno prossimo sara' probabilmente "pregiudizio". L'ingresso e' gratuito
E il teatro del Pratello, che da anni aspetta di essere restaurato, dovrebbe raggiungere il risultato nel 2009. L'idea e' di creare un luogo che abbia due ingressi. Uno dal carcere e uno dalla strada: quando si apre l'uno, si chiude l'altro. In questo modo il teatro sara' a disposizione anche del quartiere, spiega il dirigente del del centro di giustizia minorile dell'Emilia-Romagna, Giuseppe Centomani. Il che significa che potra' accedere anche a fondi degli enti locali e non solo a quelli del ministero della Giustizia.
Redattore Sociale