A Bergamo raddoppiate in due anni le minorenni sulla strada


Pubblicato il 26.09.2006 in News Sociale

''Sono sempre di più le ragazze minorenni che si prostituiscono'', dice Marzia Gotti, coordinatrice dell’attività di strada della associazione Melarancia. Secondo la Questura nel 2004 erano il 30% del totale, oggi il 60%.

Sono sempre di più le minorenni che si prostituiscono sulle strade della provincia di Bergamo. "Ci troviamo a dover affrontare una situazione di emergenza- spiega Marzia Gotti, coordinatrice dell'attività di strada della onlus Melarancia.- Da un paio d"anni il fenomeno si è intensificato perché in passato si è data poca attenzione al fenomeno.” Secondo la Questura di Bergamo, nel 2004 le ragazze minorenni rappresentavano il 30% del totale, oggi sono il 60%. Si tratta di percentuali calcolate su un campione di 15 prostitute che sono state avvicinate di notte da agenti in borghese che si sono finti dei clienti sulla Statale 525 fra i comuni di Dalmine e Lallio. Sette di loro sono ragazzine di 16 e 17 anni, provenienti da Romania e Moldavia. “Credo che le minorenni rappresentino un 40% del totale- dice Gotti- una percentuale altissima. Si è arrivati a questo punto perché non si è dato un segnale forte al racket. Infatti, di norma quando la polizia ferma una ragazza che sembra minorenne e che spesso non rivela la vera età, la porta in ospedale dove le viene fatto l’esame auxologico (radiografia al polso) per stabilirne l’età. A questo punto, se la ragazza risulta davvero minorenne, viene accompagnata in una comunità per minori oppure, se vuole tornare a casa, la si aiuta attraverso un percorso internazionale.

Ma a Bergamo per troppo tempo non ci si è comportati in questo modo”. Secondo Gotti “se si portano le ragazze in comunità una prima volta e queste scappano non bisogna fermarsi. Bisogna portarle una seconda volta e una terza, se necessario, in modo da poter dare una possibilità concreta alle ragazze e dare un segnale forte al racket.” Infatti, se le ragazze minorenni vengono continuamente tolte dalla strada, grazie agli sforzi delle associazioni che le convincono o attraverso le operazioni di polizia,  gli uomini del racket capiscono che “non conviene” sfruttare una minorenne. “Per combattere questo fenomeno serve un lavoro congiunto tra forze di polizia, servizi sociali e operatori sociali- dice Gotti- Bisogna trovare uno spazio di discussione comune tra le diverse forze in campo per trovare il modo di risolvere questa situazione vergognosa, anche focalizzando l’attenzione sui clienti che alimentano il mercato del sesso. Infatti, se ci sono così tante minorenni è anche perché c’è una forte richiesta.”

Il fenomeno della prostituzione minorile è diffuso anche nell’hinterland milanese. “Si tratta di ragazze soprattutto rumene e nigeriane- spiega Emanuele Omodeo Zorini, responsabile dell’Unità di strada dell’associazione Lule.- L’età media è di 15 o 17 anni. Restano sulle strade della provincia per qualche tempo e poi spariscono, molte vengono rivendute e si prostituiranno in altri luoghi, qualcuna riesce a scappare, alcune fanno una brutta fine.” Per affrontare il fenomeno delle ragazze di strada minorenni in modo adeguato, secondo Omodeo Zorini servirebbero delle politiche differenziate per prostitute maggiorenni e minorenni “che sono più manovrabili e facili da gestire per i papponi e per i clienti. Servirebbero degli interventi repressivi ed investigativi reali verso chi sfrutta le minorenni o ha rapporti con loro”. Operatori e volontari dell’associazione Lule contattano circa 1000  prostitute all’anno (tra minorenni e maggiorenni), nelle loro attività di strada. Di queste, oltre il 15% accetta l’offerta di aiuto dell’associazione e si sottopone a visite mediche o chiede assistenza di altro tipo.

Redattore Sociale


Autore: Sp